Sicurezza in montagna

La ricerca della Sicurezza dovrebbe essere sempre al primo posto
nell’organizzare qualsiasi attività sociale.
Parlare di pericoli e di prevenzione in montagna non è mai facile, ma deve essere la premessa di qualsiasi iniziativa o azione.
In montagna, non si potrà mai parlare di “rischio zero” ma, possiamo riconoscere che molti rischi li corriamo abitualmente anche durante le nostre attività quotidiane, magari senza pensarci o con meno tensioni.Possiamo dire che, in qualsiasi circostanza, i pericoli, ovvero i rischi, possono essere controllati attraverso:
➢ la capacità di gestire la situazione che stiamo vivendo;
➢ conoscendo l’ambiente e la zona in cui ci si sta muovendo;
➢ consapevoli delle nostre capacità psico-fisiche e dei nostri limiti;
➢ conoscendo le azioni e gli interventi da mettere in atto;
In un’escursione perciò, più che di sicurezza si dovrà parlare di valutazione e gestione del rischio.
Identifichiamo e valutiamo i concetti di :

PERICOLO e RISCHIO

PERICOLO: Potenziale causa di danno.
a) soggettivi: – mancanza di allenamento (1°posto per rich. soccorsi);
– imprudenza, incoscienza, distrazione;
– equipaggiamento non adatto (scarpe), …;
b) oggettivi : legati principalmente ai fenomeni naturali:
– condizioni meteo: freddo, pioggia violenta, bufera,
vento, grandine, fulmini, nebbia, disorientamento, buio;
– caduta massi (anche mossi da chi sta sopra di noi);
– percorsi su ghiaioni instabili;
– quota (mal di montagna), …;
– morso di vipera, zecche,…;
– promiscuità / incrocio con bikers,…;
RISCHIO: Esposizione al pericolo;
Probabilità (+ – alta) che si verifichi un danno a causa del potenziale pericolo. Le azioni e gli interventi da mettere in atto:
1) Identificare il pericolo :
– percepito: conoscere i pericoli per meglio evitarli;
percepire quanto è presente, imminente, grave;
essere coscienti della propria capacità di valutazione e obiettivamente critici nei confronti delle proprie abilità e esperienze;
– residuo: quanto rimane in essere dopo aver messo in atto opportune azioni;
– accettabile: ridotto a un livello tollerabile o giustificabile;
2) Valutare i rischi :
– prevenzione del rischio; non avvicinarsi al pericolo, allontanarsi;
– gestione della situazione;
3) Ridurre i rischi:
– protezione;
– rinuncia che è, ovviamente, la protezione massima

b) PERICOLI OGGETTIVI: in escursionismo, le condizioni meteo sono sicuramente i pericoli più ricorrenti :
• freddo, vento,
• pioggia violenta, bufera, grandine, neve,
• fulmini,
• nebbia,
• disorientamento,
• buio, …
Consigli:
– diffidare dell’istinto imitativo: «se vanno loro, andiamo anche noi!»
– diffidare dell’istinto associativo: «se stiamo insieme, siamo sicuri»
– necessario allenare un buona capacità di analisi, intuito e buon senso.

Analizziamo ora alcuni casi:

FREDDO: Può esserci molto freddo anche a quote basse.
Si perde calore più in fretta :
• se si è poco coperti;
• se con la mano nuda tocchiamo la roccia fredda;
• se per l’attività fisica si comincia a sudare e il sudore inzuppa gli indumenti (sensazione di “acqua gelata”, ben avvertibile sul dorso quando, dopo una lunga salita, ci si toglie lo zaino per una sosta);
• se si riduce l’isolamento dato dagli strati di aria calda tra un indumento e l’altro e la temperatura corporea si abbassa (comparsa di brividi, contrazioni muscolari come “battere i denti”);
• se gli indumenti si bagnano di pioggia;
• se si è magri, il volume corporeo è piccolo (bambini);
• se si è poco allenati;
• se si è stanchi…

VENTO: aumenta l’azione del freddo, togliendo calore dall’organismo.
Classificazione di Werner Munter, (Guida Alpina Svizzera)
1) DEBOLE: (fino a 18 Km/h) Un fazzoletto si muove appena, si avverte leggermente il vento sul viso;
2) MODERATO (18 – 36 Km/h) Il fazzoletto si tende, la neve si solleva, nessuna sensazione di fastidio;
3) FORTE (36 – 60 Km/h ) Il vento si fa sentire, si muove il fogliame, fremito del bosco, fischi, accumuli di neve di notevole intensità, se l’aria è molto fredda il vento è doloroso, rischio di congelamenti alle estremità già a 10°, indispensabile usare indumenti antivento;
4) MOLTO FORTE (60 – 90 Km/h) E’ difficile procedere contro vento, la neve sulle vette e le creste viene sollevata, i rami degli alberi vengono spezzati, possibili congelamenti a partire già da – 5°C;
5) FORTISSIMO (OLTRE 90 Km/h) Progressione in posizione eretta molto difficile. Occorre interrompere qualsiasi attività.

NEBBIA: La visibilità ridotta (spesso diminuita nell’arco di pochi minuti), così frequente in montagna mette a dura prova la capacità di orientamento dell’escursionista.
La NEBBIA, specialmente se cala su un pendio innevato, disorienta e cancella ogni tipo di traccia o segnaletica. Attenzione: su terreno non innevato la nebbia rende umide e scivolose le rocce .
Per ridurre i rischi:
• Partire presto al mattino;
• Regolare l’altimetro alla partenza e ad ogni punto riconoscibile su cartina, registrare l’andamento barometrico;
• Osservare cielo e terreno memorizzando tutti gli eventuali punti di riferimento che emergono dalla nebbia, individuarli sul tracciato;
• Non esitare a tornare sui propri passi se si ha la sensazione di aver perso l’orientamento.

FULMINI:
Premessa: La miglior difesa dai fulmini consiste nel non farsi sorprendere dal temporale !
Quindi: Consultare le previsioni meteo;
Partire presto per poter tornare presto;
Imparare a osservare e leggere il cielo;
Consultare strumentazione (gps, barometro, altimetro,..).
Come calcolare quanto è distante da noi il temporale:
La velocità della luce è 300.000 Km./sec. La velocità del suono è 330 mt./sec.
La velocità del fulmine: oltre 10.000 Km./sec. La temperatura: fino 30.000 gradi
Se dal lampo al tuono passano 10 secondi significa che il temporale è a circa 3,3 Km. di distanza; se passano solo 3 secondi, è a circa 1 Km.

FULMINI In caso di pericolo ci si comporta nel modo seguente:
• Evitare creste, guglie, cime, croci di vetta, mantenendosi a una buona distanza da esse (abbassarsi di almeno 15 metri);
• Allontanare bastoncini telescopici e attrezzatura metallica;
• Evitare canaloni, fessure e ripari quali cavità, grotte, grossi massi, tralicci e alberi alti e isolati (meglio all’interno di un bosco fitto);
• Evitare le vie ferrate o attrezzate con scale in ferro;
• Allontanarsi dalle pareti verticali e assumere un posizione rannicchiata con i piedi uniti e ginocchia raccolte contro il corpo;
• Evitare gli assembramenti (non prendersi per mano);
• Evitare le baite isolate e non sostare mai sulla porta d’ingresso;

Tre quarti di pericoli e rischi possono essere ben governati e anche eliminati con una buona pianificazione a casa.
Come?
• a. Tenendo in considerazione i bollettini meteo;
• b. Pianificando la gita a tavolino (con tanto di cartina topografica, guide, ecc.) definendo i punti critici, e cercando di schivarli;
Eventualmente sentendo qualcuno che conosce la zona;
• c. Considerando il fattore umano (chi sono e quanti sono i partecipanti, quali le loro condizioni fisiche, la loro disponibilità a rispettare la disciplina ecc.).

 

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